Corrono i profitti della Fininvest.....
RAB - 12-06-2003
( Dal Corriere della Sera )

Corrono i profitti della Fininvest. E per la holding della famiglia Berlusconi, di cui Marina Berlusconi è vicepresidente, comincia una nuova stagione. Pasquale Cannatelli sostituisce Claudio Sposito nel ruolo di amministratore delegato. A nominarlo è stato ieri il consiglio di amministrazione: Cannatelli, 55 anni, ex Rank Xerox, Farmitalia e Alitalia, era nel «board» della controllata Mediaset fin dal 1997. Poco prima della sua nomina ufficiale, il consiglio d’amministrazione ha approvato i conti del 2002, che segnano una crescita degli utili del 70,8% rispetto all’anno precedente, a 122 milioni di euro. Quanto al fatturato, è stato di 4,058 miliardi di euro, l’1,4% in più rispetto al 2001. In crescita del 3,7% il risultato operativo, passato da 590 a 612 milioni di euro, mentre diminuisce l’indebitamento netto consolidato, che dai 1.022 miliardi di euro del 2001 è arrivato a 903 milioni alla fine dell’anno scorso. Intanto, si è lievemente ridotta la partecipazione di Al Waleed nell’azionariato di Mediaset. Kingdom 5Kr16, la holding del principe saudita, ha annunciato alla Consob di essere scesa dal 2,28% a meno del 2% del capitale.



Il 2002 è stato un anno di crisi profonda per l'editoria italiana (il gettito pubblicitario è calato di oltre dieci punti percentuali dal 2000 ad oggi) eppure la nostra ineffabile Mediaset ha continuato senza soste la sua marcia trionfale.

In particolare (cito il commento al bilancio su www.mediaset.it):


Ricavi pubblicitari: Publitalia ha conseguito lo stesso livello di raccolta pubblicitaria registrato nel 2001 e nel 2000, anno record per la concessionaria. Un risultato decisamente superiore al trend generale del mercato pubblicitario che è diminuito del 3,5% rispetto al 2001 e del 6,5% rispetto al 2000. In particolare la raccolta pubblicitaria sulle reti Mediaset nei confronti dei clienti terzi ha raggiunto il livello record di 2.431,8 milioni di euro, con una crescita di 8,5 milioni di euro rispetto al 2001 (+0,4%).

Queste cifre stanno a dire che in due anni durissimi Publitalia ha continuamente aumentato la sua quota di mercato sulla raccolta pubblicitaria italiana, in particolare nell'area televisiva. Ma anche negli altri settori, quitidiani compresi.

Due fattori sembrano all'origine di questa performance in controtendenza, che ormai dura da più di due anni (guarda caso dalla data delle elezioni che hanno portato Berlusconi al Governo):

1) Il crollo della Rai (eloquenti sono gli indici presentati nello stesso bilancio Mediaset sui tempi di ascolto delle tv)

2) L'effetto di concentrazione dei budget pubblicitari su Publitalia, da parte di imprese e investitori che per ragioni politiche non se la sentono di "fare sgarbi" al Padrone. E di conseguenza tagliano (e più che tagliano) sui budget riservanti ai concorrenti più "deboli".

Questi due fenomeni sono,ambedue, derivati dal conflitto di interessi in atto. La Rai è stata bloccata e depotenziata nel modo che abbiamo visto. Le testate non allineate erose, negli introiti pubblicitari, dall'effetto di spiazzamento legato al potere politico.

La conseguenza è una strutturale minaccia alla libertà di stampa e di opinione in Italia.

Su questo terreno il "Cavaliere" non è affatto inesistente, anzi. Due legislature e avrà, di questo passo, oltre il 60% del controllo della jugulare dei mezzi di informazione. Con le conseguenze immaginabili.

Beppe Caravita
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